Sul sito del Ministero dell’Ambiente è apparso un chiarimento non datato e non firmato dal Ministro sull’utilizzo dei sacchetti in plastica di spessore superiore ai 15 micron. Uno dei dubbi sollevati dagli operatori del settore riguardava la possibilità di utilizzare sacchetti per alimenti sfusi con spessore superiore ai 15 micron, eludendo cosi’ i criteri di compostabilità e di contenuto biobased imposti dalla normativa.
Il Ministero cerca di chiarire dicendo che è vietato l’utilizzo di sacchetti in plastica tradizionale e obbliga all’utilizzo dei sacchetti biocompostabili anche per confezionare carne e formaggi.
La normativa crea confusione: un macello sembra possa usare i sacchetti in plastica per l’asporto della carne sui camion o su punti esterni ma un macellaio non deve usarli in negozio. Oppure se un caseificio produce e confeziona le mozzarelle puo’ usare il sacchetto in plastica purchè rivenda all’esterno del caseificio. Quindi se fa le mozzarelle e le rivende nei supermercati va bene la plastica, se il negoziante prende una mozzarella dal vassoio e la mette in un sacchetto questo deve essere biocompostabile.
In questo quadro di incertezza normativa la Vittone carta invita i negozianti ad utilizzare sacchetti e borse biocompostabili al fine di non incorrere in sanzioni.